Pneumologo ad Afragola (Napoli): prenota la visita specialistica

Respirazione difficile, affanno a riposo, tosse cronica, dolore al torace, raffreddore continuo: ecco alcuni dei sintomi che richiedono una visita da uno pneumologo specializzato.

 

Lo pneumologo è il medico che si occupa di malattie e disturbi di bronchi e polmoni, come BPCO, asma bronchiale, apnee notturne e tumore ai polmoni.

 

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Come si svolge la visita pneumologica?

Come tutte le visite specialistiche, anche la visita pneumologica comincia con la cosiddetta valutazione anamnestica.

 

Si tratta di un colloquio con il paziente, in cui si valutano:

  • Storia clinica (disturbi e malattie precedentemente diagnosticati che riguardano bronchi e polmoni)
  • Abitudini (tipo di alimentazione, fumo, consumo di alcol, sedentarietà, lavoro svolto, farmaci assunti e così via)
  • Familiarità (casi in famiglia di malattie che hanno fattori di ereditarietà)
  • Analisi di eventuali esami svolti precedentemente dal paziente

 

Si procede poi con l’esame medico vero e proprio.

 

Lo pneumologo utilizza in genere uno stetoscopio per auscultare i polmoni.

 

In base a questa prima visita, il medico potrà prescrivere ulteriori esami più approfonditi tra cui:

  • Spirometria che “misura” la quantità d’aria emessa e immessa durante i flussi respiratori.
  • Emogasanalisi, esame del sangue che misura i valori di ossigeno, anidride carbonica e PH ematico.
  • Esame colturale dell’espettorato (muco), per individuare eventuali batteri responsabili di polmoniti o bronchiti.
  • Radiografia al torace.

 

L’obiettivo della visita pneumologica è di diagnosticare, ed eventualmente trattare, le malattie di bronchi e polmoni.

Tumore ai polmoni: sintomi e cause

Tra le malattie più gravi e diffuse ai polmoni, c’è sicuramente il tumore, che nell’85% è legato al fumo di sigaretta, ma può essere causato anche dall’inalazione di cancerogeni come amianto (asbesto), radon o metalli pesanti.

 

Sono state più di 40mila le diagnosi di carcinoma al polmone nel 2020, secondo AIRTUM (Associazione italiana registri tumori).

 

Quali sono i sintomi più comuni?

  • Dolore al torace
  • Perdita di peso
  • Sensazione di oppressione al torace
  • Tosse, in rari casi con emottisi (emissione di sangue)

 

Molto spesso, però, il tumore al polmone viene diagnosticato anche in assenza di sintomi specifici.

 

La terapia di questo carcinoma prevede il coinvolgimento di più figure mediche, a seconda dei casi: oltre allo pneumologo, possono essere coinvolti oncologo, chirurgo toracico e radioterapista.

Per la tua visita, affidati a mani esperte. Viene a conoscere il nostro specialista:

Dott. Guglielmo De Laurentis

– Medico Chirurgo –
– Specialista in pneumologia e malattie dell’apparato respiratorio –

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Domande Frequenti

Spirometria per asma bronchiale: quando farla?

Spesso associamo la spirometria all’asma bronchiale. Se è vero che questo esame ci permette di valutare la presenza di questo disturbo, si tratta tuttavia di un’indagine con uno spettro più ampio.

 

La spirometria aiuta infatti lo pneumologo a individuare anche altri tipi di disturbi alla respirazione, anche quando non sono presenti sintomi particolari. Un esempio è la BPCO, di cui parliamo nella domanda successiva.

 

Quando si sospetta la presenza di asma bronchiale, viene effettuata una spirometria accompagnata dall’assunzione di un farmaco particolare, che dilata i bronchi. La misurazione viene quindi effettuata prima e dopo la somministrazione, per individuare l’eventuale ostruzione delle vie aeree.

 

Successivamente alla spirometria, lo pneumologo può prescrivere ulteriori esami per diagnosticare l’asma, come per esempio:

  • La radiografia al torace, che esclude altre malattie della respirazione come la BPCO
  • Prick Test per valutare la presenza di allergie o gli esami del sangue che misurano gli anticorpi IgE

BPCO, cos’è e quali sono i sintomi?

Poco conosciuta, ma molto insidiosa, la BPCO è la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

 

Si tratta di un’ostruzione delle vie aeree associata a un’infiammazione cronica dei polmoni.

 

La sua gravità peggiora con il tempo, riducendo progressivamente la capacità di respirare.

 

La BPCO può inoltre peggiorare, nel paziente, la predisposizione a infezioni di tipo virale, batterico o fungino delle vie respiratorie.

 

La pericolosità della malattia è peggiorata dal fatto che al momento non esiste una cura in grado di eliminarla del tutto. 

 

Lo pneumologo, che diagnostica il disturbo con la spirometria, può però prescrivere trattamenti per tenere sotto controllo i sintomi e ridurre la possibilità di una completa degenerazione della malattia.

 

Quali sono i sintomi della BPCO?

  • Tosse cronica, soprattutto al mattino, e accompagnata da muco
  • Dispnea, cioè la sensazione di affanno anche a riposo, che si presenta in forma molto grave

Cosa sono le apnee notturne e come curarle?

Il nome completo è sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (dall’inglese OSAS, Obstructive Sleep Apnea Syndrome), ma è più comunemente nota semplicemente come apnea notturna.

 

Proprio come durante l’apnea, questa sindrome si caratterizza per l’interruzione della respirazione mentre si dorme.

 

L’apnea dura in genere tra 10 secondi e 3 minuti, mentre quando la riduzione del respiro è solo parziale si parla di ipopnea. Esiste infine il cosiddetto RERA (Respiratory Effort Related Arousal), quando la respirazione è limitata e aumenta lo sforzo respiratorio del paziente, ma segue uno sblocco repentino.

 

Quali sono i sintomi delle apnee notturne a cui fare caso?

  • La principale manifestazione avviene durante il sonno: forte russamento sin dall’addormentamento, che diviene sempre più intenso fino al momento dell’apnea, prima della ripetizione del ciclo
  • Bocca secca al momento del risveglio
  • Eccesso di sudore durante la notte
  • Mal di testa
  • Impotenza
  • Sensazione di soffocamento durante il sonno, che può portare a risvegli improvvisi
  • Sonnolenza diurna accompagnata a colpi di sonno e scarsa concentrazione

 

In caso di apnee notturne, lo pneumologo può consigliare un percorso terapeutico che prevede sia cambiamenti nelle abitudini (perdita di peso, riduzione del consumo di alcol, dormire su un fianco e così via), che trattamenti farmacologici, che limitano i sintomi e le cause del problema.

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