
Tatuaggi: è possibile fare un concorso nell’Esercito o nelle Forze dell’Ordine?
Hai un tatuaggio visibile ma vuoi partecipare a un concorso in Polizia, nei Carabinieri o nell’Esercito? Potrebbe essere un problema, ma c’è una soluzione efficace.
Con la diffusione delle persone tatuate, le Forze dell’Ordine e l’Esercito si sono dotati di regole per limitarne la presenza tra le proprie fila.
Concorso Pubblico e Tatuaggi
Partecipare a un concorso con un tatuaggio potrebbe quindi diventare un problema insormontabile.
Scopriamo oggi quali sono le regole per partecipare a un concorso con la Polizia di Stato, i Carabinieri e le altre Forze Armate, e come rimediare se hai un tatuaggio visibile e/o dal contenuto inappropriato.
I Carabinieri e Militari possono avere tatuaggi ?
Ai concorsi pubblici in generale è possibile partecipare anche in presenza di tatuaggi. Il problema si pone nel caso di un concorso per il reclutamento di volontari in ferma prefissata in corpi militari e nelle Forze dell’Ordine.
In questo caso, esistono diverse regole specifiche, che riguardano sia la posizione che la tipologia di tatuaggio, che possono essere causa di esclusione dal concorso.
Chi ha tatuaggi può entrare nell’esercito, Cosa dice la Direttiva ?
La norma di riferimento è del 2012, una direttiva in cui si spiega chiaramente come il fenomeno dei tatuaggi deve essere contenuto nell’ambito del personale militare dell’Esercito, in modo da preservare il “decoro dell’uniforme” e l’immagine del corpo.
Il problema con i tatuaggi riguarda la posizione e la tipologia di immagine/testo ritratto.
Nello specifico, il disegno non deve essere visibile al di fuori della divisa. Questo vuol dire anche di quella estiva, che comprende camicia a manica corta per gli uomini e gonna e décolleté per le donne.
Negli spazi di pelle scoperti dalla divisa, dunque, non deve essere visibile alcun tipo di tatuaggio. Attenzione: bisogna anche tener conto dei movimenti del corpo, che potrebbero rendere più o meno visibili delle aree di pelle. Pensiamo al momento della corsa, in cui una parte delle gambe potrebbe risultare più esposta.
Per le Forze Armate, poi, sono vietati i tatuaggi che contengono o rimandano a:
- Riferimenti sessuali;
- Insulti razzisti;
- Discriminazione religiosa;
- Discredito per i corpi dell’esercito.
La direttiva riguarda sia le persone che già appartengono a uno dei corpi dell’Esercito, sia chi desidera entrare a farvi parte con regolare concorso.
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I poliziotti possono avere tatuaggi ? Regolamente per entrare nella Polizia
Come abbiamo visto per le Forze Armate, anche per la Polizia di Stato ci sono delle regole ben precise riguardo ai tatuaggi.
Le regole in questo caso vengono indicate direttamente nei bandi di concorso, nell’area che riguarda gli accertamenti psicofisici.
Anche in questo caso, molto dipende dalla posizione del tatuaggio sul corpo, che deve essere sempre coperta dalla divisa. Bisogna tenere in conto la divisa estiva, che prevede maniche corte, oltre a gonna e scarpe décolleté per le donne.
Le regole del bando potrebbero però essere ancora più stringenti. Dal controllo medico, infatti, potrebbero comunque emergere problemi se le dimensioni del tatuaggio risultano eccessive.
Bisogna infine, anche qui, considerare la tipologia di messaggio trasmesso dal disegno/testo tatuato. Sono infatti vietati i contenuti politici, che per esempio inneggiano al nazifascismo, o che denigrano il valore del corpo di Polizia o risultano discriminatori nei confronti delle minoranze.
Come funziona per Carabinieri, Marina e Aeronautica Militare?
Per quanto riguarda l’Arma dei Carabinieri, ricordiamo che essa fa parte a tutti gli effetti delle Forze Armate. Le regole sono quindi molto simili, come confermato anche dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 2615/2022.
Anche in questo caso, il bando di concorso va letto con attenzione, perché può contenere delle clausole che vietano la partecipazione in caso di tatuaggi visibili anche con la divisa indosso.
Quanto detto per l’Esercito vale quindi sia per l’Arma dei Carabinieri, che per altri organismi militari come l’Aeronautica e la Marina.
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Aree del Corpo dove e’ vietato avere tatuaggi
Ecco le aree del corpo in cui e’ vietato avere tatuaggi. (Link per immagine ufficiale)

Come posso partecipare a un concorso per esercito o polizia se ho un tatuaggio?
La soluzione c’è. Oggi l’impiego del laser per la rimozione dei tatuaggi è considerata l’unica procedura medica sicura ed efficace per raggiungere questo obiettivo.
Nel centro di medicina estetica Polimed, per esempio, viene impiegata l’innovativa tecnologia laser Q-Switched, attraverso la stazione Chrome di Quanta System.
Attraverso l’impiego di questo macchinario, è possibile rimuovere qualunque tipo di tatuaggio, anche il più elaborato.
I dispositivi laser impiegati sono raccomandati dai dermatologi e il trattamento non lascia cicatrici o altri segni visibili.
L’unico effetto indesiderato potrebbe essere la pelle scolorita nell’area interessata, ma il problema si risolverà da solo nel giro di poche settimane.
Il trattamento può risultare leggermente fastidioso, come una sorta di elastico sulla pelle, ma di sicuro non è più doloroso rispetto alla stessa applicazione del tatuaggio.
Nota Bene. In alcuni casi, pur avendo iniziato la procedura di rimozione, la commissione esaminatrice di un concorso per le Forze dell’Ordine o l’Esercito potrebbe comunque dichiarare inidoneo il candidato. Il centro polispecialistico Polimed declina ogni responsabilità da questo punto di vista.
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Rimozione Tatuaggi prima di un Concorso : una promo riservata a te
La rimozione dei tatuaggi visibili potrebbe essere l’unica soluzione a disposizione per partecipare a un concorso per entrare in un corpo armato. Per venire incontro alle tue esigenze, il centro di medicina estetica Polimed offre il 10% di sconto alle persone che desiderano partecipare a un concorso per accedere alla Polizia di Stato, ai Carabinieri o all’Esercito.
Non affidarti al caso: scegli un centro di Medicina Estetica con personale medico esperto per rimuovere i tuoi tatuaggi.
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Denti sensibili al freddo: cause, sintomi e trattamenti efficaci
Denti sensibili al freddo? Scopriamo perché succede e quali sono i trattamenti odontoiatrici per rimediare al problema.
Denti sensibili al freddo? Sensazione di dente ghiacciato? Si tratta di un problema molto comune, specialmente in estate quando si tende a consumare più alimenti e bevande fredde. L’esperienza è sgradevole e in alcuni casi può permanere per diverse ore, causando gravi disagi.
Scopriamo di più sulla sensibilità dei denti al freddo, da cosa è causata e come possiamo trattarla.
Sensibilità dei denti al freddo: quali sono le cause?
Sono diverse le ragioni per cui i tuoi denti possono diventare troppo sensibili al freddo. Scopriamone alcune:
- Erosione dello smalto dentale. Lo smalto è uno strato protettivo dei denti: quando viene rimosso, per svariate ragioni, i denti diventano più sensibili alle basse temperature.
- A sua volta, l’erosione dello smalto può essere causato dalle cattive abitudini durante l’igiene orale (per esempio spazzolare i denti con foga eccessiva) o nella dieta (pensiamo a bevande e alimenti troppo zuccherati o acidi). Queste abitudini possono quindi portare a una maggiore sensibilità dentale.
- Bruxismo, quando cioè si digrignano i denti, specialmente di notte.
- Disturbi gengivali, come gengivite o parodontite, e in particolare la recessione gengivale, espongono la cosiddetta “dentina” la parte più delicata del dente. Essa contiene infatti dei tubuli che conducono direttamente ai nervi: una volta esposti, causano quindi dolore e sensibilità dentale.
Tra i fattori di rischio più importanti, ci sono le carie non trattate e le otturazioni difettose: è importante quindi fissare un appuntamento il prima possibile con un dentista, da cui farsi seguire periodicamente per scongiurare questo e altri problemi più gravi.
Sei alla ricerca di un centro odontoiatrico professionale e all’avanguardia? Rivolgiti al centro Polimed: chiama ora per un primo consulto gratuito e senza impegno allo 0818522995.
Sintomi Denti sensibili al Freddo
I sintomi di una forte sensibilità dentale sono abbastanza evidenti.
In presenza di alimenti o bevande molto fredde, si avverte una sensazione di improvviso dolore acuto o una sensazione pungente. In alcuni casi, il fastidio è di brevissima durata, anche di pochi secondi, in altri invece il dolore può persistere e cronicizzarsi.
Quando la sensibilità dentale è prolungata, è importante visitare il prima possibile il dentista e/o l’igienista dentale. Anche perché, come abbiamo visto nel paragrafo sulle cause, i denti sensibili potrebbero nascondere problemi più gravi, come la recessione gengivale, che a sua volta è un sintomo della parodontite, un’infiammazione da non sottovalutare.
I trattamenti consigliati per i denti sensibili al freddo
Se sperimenti spesso una sensazione di freddo ai denti, la nostra clinica odontoiatrica mette a tua disposizione una serie di trattamenti efficaci per ridurre il fastidio e soprattutto per curare il problema alla radice.
Ecco alcune delle pratiche consigliate dai nostri dentisti:
- Pulizia dei denti. Come accennato, la placca può essere uno dei fattori scatenanti della sensibilità dentale. La pulizia dei denti può migliorare l’estetica del tuo sorriso, ma soprattutto ti aiuta a eliminare la placca, se effettuata con regolarità. Hai paura del dolore? Vieni a scoprire il nostro innovativo protocollo GBT®, la pulizia dei denti indolore e non invasiva.
- Otturazioni e chirurgia parodontale. Tra le cause della sensibilità ai denti, abbiamo nominato anche la recessione gengivale. In questo caso, bisogna valutare con attenzione la gravità del problema, con l’aiuto di un odontoiatra esperto, e intervenire con dei trattamenti restaurativi (otturazioni), oppure con una vera e propria operazione di chirurgia parodontale, per curare alla radice ogni possibile patologia.
- Coperture protettive: in alcuni casi può essere utile applicare delle sottili coperture protettive sulle aree più sensibili del dente, per fornire sollievo immediato nei casi più acuti.
Come prevenire il problema
I nostri odontoiatri ti consiglieranno la cura migliore per evitare di incorrere o peggiorare il problema della sensibilità dei denti. Ecco da dove puoi iniziare:
- Corrette abitudini di igiene orale. Come abbiamo visto, spazzolare i denti troppo vigorosamente può rimuovere il fluoro dei denti, un elemento essenziale alla loro protezione. Ecco perché è importante imprimere la giusta forza durante lo spazzolamento (chiedi ai nostri dentisti quando vieni a trovarci!) e utilizzare dentifrici poco abrasivi.
- Allo stesso modo è importante impiegare il filo interdentale almeno una volta al giorno, per rimuovere la placca.
- Ridurre al minimo bevande e alimenti troppo acidi o zuccherini.
- Utilizzare una protezione dentale contro il bruxismo.
Fissa ora un appuntamento
Gli specialisti di Polimed partono sempre da una valutazione precisa della tua situazione, prima di effettuare qualunque tipo di intervento. Solo a questo punto sarà possibile intavolare il discorso sui costi degli eventuali trattamenti necessari.
Questo perché, come abbiamo visto oggi, una semplice sensibilità dentale può nascondere problemi ben più gravi. Oltre a occuparci del fastidio che provi, quindi, ti offriremo la possibilità di recuperare pienamente la salute e la bellezza del tuo sorriso, con una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato.
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È vero che la pulizia dei denti fa male?
La pulizia dei denti, quando fatta con professionalità, non provoca alcun dolore, né danni al tuo sorriso. Scopri di più su questo trattamento.
È vero che la pulizia dei denti fa male? Risposta breve: no.
Le moderne tecnologie assicurano un trattamento indolore e soprattutto che non danneggia i denti.
La risposta lunga, però, è sempre un po’ più complessa. Per assicurarti risultati brillanti e operazioni non invasive, devi sempre tenere a mente due fattori fondamentali. Il primo, la preparazione del personale medico che esegue l’igiene orale. Il secondo, la presenza di tecnologie all’avanguardia nel centro odontoiatrico a cui ti rivolgi.
Approfondiamo quindi tutte le informazioni necessarie per una pulizia dei denti dai risultati assicurati e un protocollo indolore e sicuro, brevettato in Svizzera.
Ablazione del Tartaro non Fa Male
L’igiene orale professionale è un trattamento svolto da un dentista o da un igienista dentale. Durante la procedura vengono impiegati diversi strumenti, come scaler elettrici e ultrasuoni.
L’obiettivo della pulizia dei denti può cambiare a seconda dei casi.
Può essere utile per rimuovere placca e tartaro accumulati sui denti, prevenire malattie gengivali e del parodonto (gengivite e parodontite), migliorare l’aspetto estetico del sorriso.
La pulizia dei denti fa male?
Ma arriviamo al punto centrale di questo articolo: la procedura dell’igiene orale professionale fa male?
Questa domanda può essere a sua volta scomposta in altre due:
- Il trattamento è doloroso?
- Il trattamento danneggia i denti?
In entrambi i casi, la risposta è no; solo però se ci rivolgiamo a medici professionisti esperti in questo tipo di trattamenti.
Partiamo dal dolore che si potrebbe avvertire.
L’igiene orale professionale è dolorosa?
Le procedure impiegate dal centro medico Polimed sono indolori. Le sostanze e le apparecchiature impiegate per la pulizia dei denti sono sicure per l’uomo. Possono esserci delle controindicazioni in alcuni casi specifici, come vedremo, ma il personale medico ti aiuterà a comprendere qual è lo stato della tua salute orale e generale, per un percorso personalizzato.
Possono verificarsi degli effetti collaterali di lieve entità. Ad esempio, potrebbe sopraggiungere una leggera sensibilità dei denti, ma l’effetto è temporaneo e sparisce da solo entro pochi giorni. Questo accade perché il tartaro provoca un’infiammazione delle gengive e crea una sorta di “patina” intorno al dente, che lo isola, rendendolo meno sensibile.
Inoltre il paziente potrebbe avvertire un leggero fastidio ai denti e alle gengive. Anche in questo caso, si tratta di un effetto leggero, che scompare nel giro di pochi giorni, dovuto soprattutto alla placca e al tartaro accumulati nel corso degli anni.
Se è presente un’infezione alle gengive, durante il trattamento è possibile che si manifesti un leggero sanguinamento.
La pulizia dei denti rovina lo smalto dei Denti ?
Per tornare invece alla seconda domanda, si è ormai diffusa la diceria che l’igiene orale professionale rovini lo smalto dei denti.
Non è così. A patto di scegliere una struttura seria, con medici professionali e strumentazione adeguata, il trattamento è perfettamente sicuro. Anzi, è proprio la pulizia periodica a permetterci di avere denti sani, forti e splendenti, oltre a prevenire problemi alle gengive.
Pulizia dei denti: controindicazioni
La procedura è quindi sicura ed efficace per avere un sorriso smagliante, nel tempo. Esistono però delle controindicazioni.
Ecco alcuni casi in cui è meglio evitare sottoporsi alla pulizia dei denti:
- Infiammazioni gravi alle gengive o al parodonto (gengivite e parodontite) richiedono un trattamento specifico e approfondito, prima di potersi sottoporre all’igiene orale professionale.
- Lesioni, ulcere, infezioni come l’herpes potrebbero causare maggior dolore durante il trattamento.
- Grave sensibilità ai denti: in questo caso il dentista presterà attenzione a usare strumenti specifici e potrebbe consigliarti determinate precauzioni prima di effettuare il trattamento.
- Interventi recenti, come le estrazioni o gli impianti potrebbero rendere prudente rimandare la pulizia dei denti.
- Disturbi emorragici.
- Assunzione di farmaci anticoagulanti.
- La gravidanza è compatibile con la pulizia dei denti, ma è necessario prendere alcune precauzioni in più, come la limitata esposizione ai raggi X.
- Alcuni dispositivi per l’igiene dentale impiegano gli ultrasuoni: in questo caso, il trattamento è sconsigliato a chi porta pacemaker o defibrillatori impiantati.
In ogni caso, il tuo dentista di fiducia effettuerà prima un’analisi attenta della tua salute orale, prima di consigliarti il trattamento più adatto alle tue esigenze.
Pulizia dei Denti Indolore
La visita odontoiatrica è spesso associata al dolore, anche quando si richiede una semplice Igiene Dentale professionale. Ma in realtà l’odontoiatria è in continua evoluzione.
Dagli anni ‘60 a oggi, sono stati fatti innumerevoli progressi anche nel campo della tradizionale igiene dentale professionale, che oggi è cambiata sensibilmente, per strumenti utilizzati e materiali impiegati.
L’innovazione arriva in aiuto anche alle bocche più sensibili: oggi esiste un’alternativa indolore e confortevole, garantita dal protocollo svizzero Guided Biofilm Therapy (GBT).
Ce ne parla il dottor Antonio Natalizio, odontoiatra specializzato in estetica dentale:


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Tumore Bocca: Sintomi, Cause e Trattamenti
Tumore Bocca: una malattia grave che colpisce 10mila italiani ogni anno. Prevenzione e diagnosi precoce tra gli strumenti per ridurre il danno.
Tumore Bocca: una patologia spesso sottovalutata, ma che purtroppo diventa sempre più diffusa e causa un maggior numero di decessi.
Come spiega ANDI, Associazione Nazionale Dentisti Italiani, il tumore del cavo orale vede infatti aumentare sia l’incidenza che il tasso di mortalità.
Ogni anno sono 9.900 i nuovi casi registrati, principalmente tra gli uomini (7.300). La mortalità a 5 anni dalla diagnosi supera il 39%.
La buona notizia è che, quando rilevato precocemente e curato, il cancro orale ha un tasso di guarigione che va dal 75 al 100%, grazie a interventi terapeutici poco invasivi.
Scopriamo tutto sul tumore alla bocca, a chi rivolgersi e come prevenire il problema.
Sintomi Tumore Bocca
In genere, il tumore del cavo orale si sviluppa in tre aree principali: sulla lingua, sulla mucosa orale (la parte interna della guancia) e sul pavimento della bocca, ovvero l’area al di sotto della lingua.
Sono diversi i sintomi a cui prestare attenzione se si sospetta un tumore alla bocca:
- Persistente dolore alla gola, o sensazione di avere qualcosa incastrato in gola
- Ulcere, lesioni o dolore persistente in bocca o in gola
- Sanguinamenti insoliti
- Rigonfiamenti sulla pelle del viso o all’interno della bocca
- Caduta dei denti
- Chiazze bianche o rosse in bocca
- Dolore alla mandibola, specie durante la masticazione
- Dolore durante la deglutizione
- Difficoltà nel parlare e cambio del tono di voce
- Improvviso calo del peso corporeo
Ho paura di avere un tumore del cavo orale: cosa posso fare?
Se hai notato la presenza di uno o più dei sintomi descritti, è importante innanzitutto non lasciarsi prendere dal panico. Solo un medico qualificato può infatti diagnosticare l’effettiva presenza di un tumore alla bocca.
Rivolgiti quindi al tuo dentista di fiducia, fissando un appuntamento il prima possibile.
Spiega quindi al medico tutti i sintomi e i fastidi che ti preoccupano. In seguito, il dentista effettuerà due tipi di esami per rilevare l’effettiva presenza di un cancro orale:
- Visita odontoiatrica: il dentista effettua un esame completo della bocca e della coda, ispezionando eventuali lesioni e anomali. Tra i controlli più comuni in questi casi, c’è inoltre l’analisi dei linfonodi del collo.
- Esami diagnostici: il medico può poi prescrivere alcuni approfondimenti, come biopsie, radiografie TC (tomografie computerizzate) e/o una risonanza magnetica. Test che ci aiuteranno a confermare l’effettiva presenza di un tumore del cavo orale e a comprendere a che stadio si trova.
Solo dopo questo tipo di esami sarà possibile prescrivere un trattamento. Generalmente, in questi casi si può intervenire attraverso una combinazione di diverse tipologie di terapie, come approfondiremo, che possono prevedere chemioterapia e interventi chirurgici.
Nel Centro Polispecialistico Polimed, potrai effettuare tutti gli esami necessari e farti seguire da medici specializzati nella patologia tumorale. Per prevenire l’insorgere di un tumore alla bocca, chiama ora per fissare un appuntamento conoscitivo.
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Cause del Tumore alla bocca
Il fumo è la causa principale del tumore al cavo orale. Il 90% delle persone affette sono infatti fumatori abituali. Tra le cause più comuni c’è anche l’alcol: le probabilità di sviluppare la malattia aumentano di circa 15 volte nelle persone che fanno uso di alcol e fumano.
Sono altri i fattori che possono contribuire allo sviluppo del cancro orale, come:
- L’esposizione prolungata ai raggi solari UVB, senza un’adeguata protezione per le labbra
- Le infezioni persistenti da HPV (papillomavirus umano)
- Fattori genetici (familiarità della malattia)
- Una dieta povera di frutta e verdura
Prevenzione del Cancro Orale
Abbiamo visto che fumo e alcol sono tra le principali cause di questa patologia. Ecco perché è importante abbandonare queste abitudini poco salutari per prevenire la malattia.
Tra le altre abitudini importanti ci sono:
- Utilizzare una buona protezione solare per le lunghe esposizioni al sole
- Mantenere una buona igiene orale
- Seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura
È estremamente importante poi effettuare almeno una visita odontoiatrica all’anno. Il dentista può infatti individuare in anticipo i segnali del tumore della bocca, come le lesioni precancerose.
La visita è particolarmente importante soprattutto dopo i 60 anni e nelle persone che fumano o assumano regolarmente alcol.
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Parodontite: Principali sintomi e cura
Scopriamo conseguenze e trattamenti di questa malattia insidiosa.
Con la parodontite c’è poco da scherzare. Si tratta infatti di una malattia infiammatoria cronica, che può portare a conseguenze molto serie: dalla perdita dei denti ad altre gravi malattie dell’organismo, soprattutto a carico del cuore.
La patologia è pericolosa anche perché è molto più comune di quanto si pensi: colpisce infatti circa il 60% della popolazione italiana.
Oggi scopriamo tutto su questa malattia, i principali sintomi, le possibili conseguenze e qual è il modo migliore di trattarla.
Cos’è la Parodontite
Approfondiamo meglio innanzitutto che cos’è la parodontite.
Come accennato, è un’infiammazione a carico del parodonto. Che cos’è il parodonto? Dal greco parà (accanto) e odùs (dente), questo tessuto comprende l’osso alveolare, il legamento, la gengiva e il cosiddetto cemento radicolare, che ricopre la radice dei denti.
In sostanza il parodonto supporta il dente, tenendolo a contatto con il tessuto osseo, impedendogli di cadere.
La malattia parodontale colpisce questa “struttura”: dalle gengive all’osso alveolare.
Nel video, la nostra dottoressa Michela Verde, igienista dentale specializzata nel trattamento della parodontite, racconta le cause, i sintomi e i trattamenti di questa malattia:
Sintomi e le possibili conseguenze Parodontite
Sono diversi i sintomi della parodontite a cui prestare attenzione:
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- Gengive gonfie
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- Gengive arrossate
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- Sanguinamento delle gengive mentre si lavano i denti o si passa il filo interdentale
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- Ritiro delle gengive, che lascia esposti i denti, creando degli spazi alla base
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- Alito cattivo persistente
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- Malocclusione, quando cioè i denti non si chiudono come prima
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- Sensibilità dentale
Ma quali possono essere le conseguenze della parodontite?
A lungo andare, se la malattia non viene trattata adeguatamente da medici specializzati, può provocare la perdita dei denti.
Non solo. La parodontite può avere una serie di gravi conseguenze anche sulla salute del paziente in generale:
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- Malattie cardiache
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- Diabete
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- Ictus
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- Aumento del rischio di parti prematuri nelle donne incinte
Le cause della malattia parodontale
La principale causa della parodontite è la placca batterica. I batteri tendono infatti ad accumularsi sulla superficie dei denti e, senza una corretta igiene orale e una pulizia dei denti professionali, tendono a formare la placca.
La placca, a sua volta, si calcifica in tartaro, estremamente difficile da rimuovere anche con la regolare igiene orale casalinga.
Il tartaro, infine, provoca infiammazioni alle gengive e ai parodonti.
Esistono altre cause scatenanti della malattia parodontale, tra cui:
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- Età
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- Stress
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- Fumo
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- Farmaci
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- Condizioni sistemiche come il diabete e le malattie cardiovascolari
Parodontite: quali sono le differenze con gengivite e piorrea?

La malattia parodontale comprende sia parodontite che gengivite, ma le due patologie non vanno confuse.
La gengivite è infatti un’infiammazione delle sole gengive, che si presenta generalmente con sintomi molto simili a quelli della parodontite:
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- Alitosi
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- Sanguinamento durante lo spazzolamento o la masticazione
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- Cambiamento del colore o della consistenza delle gengive
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- Gonfiore
È una patologia meno grave della parodontite, di cui può essere la causa scatenante.
Non bisogna infine confondere piorrea e parodontite. Anche se i termini a volte sono usati come sinonimi, la piorrea è lo stadio finale della malattia parodontale, quando cioè il parodonto è ormai compromesso.
A questo stadio, la malattia si presenta con la mobilità dei denti, che presto finiranno per cadere, e la riduzione delle gengive alla base, con esposizione delle radici dei denti e comparsa di spazi tra gli stessi.
Esistono dei rimedi naturali per la parodontite?
Su Internet è possibile trovare diversi rimedi naturali per la “cura” della gengivite e della parodontite.
Per esempio vengono proposti olio di cocco o olio essenziale di tea tree da impiegare come collutorio naturale. Anche la curcuma viene generalmente consigliata, per le sue presunte proprietà antinfiammatorie.
In realtà, è bene ricordare che solo un dentista qualificato può innanzitutto diagnosticare correttamente gengivite e parodontite.
I medici qualificati sono inoltre gli unici in grado di intervenire con efficacia per prevenire e curare il problema.
È fondamentale quindi sottoporsi a regolari visite di controllo e opportune sedute di igiene orale professionale, per contrastare la placca, prevenire l’insorgere di gengivite e parodontite e trattare adeguatamente la malattia quando si manifesta.
Cura della parodontite: quando andare dal dentista?
Come spiega il dottor Antonio Natalizio, è importante soprattutto la prevenzione, fissando appuntamenti periodici con l’igienista per la pulizia dei denti professionale:
In particolare, se hai notato uno dei sintomi che abbiamo elencato, prenota un appuntamento dal dentista il prima possibile.
Un odontoiatra professionista è in grado di individuare la parodontite attraverso un esame del cavo orale. Potrà poi determinare la gravità della malattia e studiare un piano di trattamenti per scongiurare le gravi conseguenze della malattia.
Se hai bisogno di cure dentistiche all’avanguardia, affidati al Centro Odontoiatrico Polimed di Afragola (Napoli): contattaci per una prima visita conoscitiva gratuita.
I costi dei trattamenti sono inoltre finanziabili a rate, a tasso zero e senza costi aggiuntivi.
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Peeling Chimico : per un viso rigenerato
Il peeling chimico è un trattamento che serve ad accelerare il rinnovamento cellulare: l’applicazione di un agente chimico sulla pelle ne stimola l’esfoliazione e la velocità di rigenerazione.
È il trattamento perfetto per chi desidera correggere irregolarità della superficie cutanea (come rughe superficiali e cicatrici dell’acne), macchie cutanee di varia origine, acne in fase attiva.
Trova inoltre indicazione in tutti coloro che desiderano ridare luminosità e levigatezza alla pelle messa a dura prova da stress, inquinamento, invecchiamento.
Il peeling chimico agisce nella pelle attraverso l’azione di vari meccanismi: stimola la rigenerazione cellulare rimuovendo ed esfoliando le cellule morte provocando una vera e propria accelerazione del ricambio cellulare che avviene già naturalmente nel derma.

Quali Risultati si possono ottenere con il peeling?
QualiMigliorare l’aspetto della pelle dando tono, elasticità, turgore, luminosità alla pelle stessa: pelle più giovane e più chiara, ottenendo un effetto levigante e di ringiovanimento facciale.
Consigli Dermatologo
Seguite sempre tutte le indicazioni che vi verranno date dal medico-chirurgo che ha effettuato il trattamento.
Nel decorso post-peeling è indispensabile proteggersi in modo assoluto dal sole e dai raggi solari e lampade UVA – UVB per almeno due mesi dopo l’applicazione del peeling (anche in casa) con prodotti che contengano schermi e filtri solari protettivi, per prevenire eventuali iperpigmentazioni post-infiammatorie.
Lavare la pelle con un detergente delicato, risciacquarla con cura e delicatezza evitando qualsiasi tipo di sfregamento o irritazione e mantenere la cute costantemente protetta con prodotti emollienti. Attenzione: il trattamento non può essere effettuato durante l’estate.
Presso il nostro Centro di Medicina Estetica è possibile effettuare questo trattamento con un medico chirurgo estetico. Per saperne di più …

Faccette dentali estetiche: cosa sono e quando servono?
Faccette dentali estetiche: cosa sono e a cosa servono, come si applicano e quali sono i risultati prima e dopo il trattamento.
Le faccette dentali estetiche sono uno dei trattamenti più richiesti per trasformare il proprio sorriso.
Si tratta di una sorta di petali, generalmente in ceramica o resina composita, che vengono applicati sopra i denti, per migliorarne l’aspetto.
In particolare, vengono utilizzate per coprire delle imperfezioni (per esempio un dente scheggiato), oppure per ridare luminosità a un sorriso spento e ingiallito dal tempo.
Scopriamo di più su questo trattamento di estetica dentale.
Cosa sono le faccette dentali estetiche
Le faccette dentali sono dei sottili strati di porcellana, applicati sulla superficie esterna del dente.
Sono realizzate su misura dal dentista specializzato, in base alle caratteristiche dei denti del paziente.
Possono essere applicate in diversi casi in cui il sorriso non è perfetto, come:
- Denti con forma irregolare, per esempio scheggiati
- Denti troppo piccoli, che vengono quindi coperti dalle labbra
- Spazi vuoti tra un dente e l’altro
- Sbiancamento incompleto: quando per esempio restano delle macchie superficiali anche dopo un trattamento apposito per ridare splendore e luminosità ai denti
In questo video, il nostro dottore Antonio Natalizio, odontoiatra specializzato nella riabilitazione del sorriso con le faccette dentali, racconta cosa sono e quando vengono applicate:
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
I vantaggi delle faccette dentali estetiche sono numerosi:
- Trasformazione del sorriso, che diventa più luminoso e regolare
- Effetto immediato: il sorriso torna a splendere in poche sedute
- Risultati duraturi nel tempo: il materiale impiegato, la porcellana, garantisce un’ottima tenuta nel corso degli anni
- Trattamento non invasivo: l’applicazione delle faccette dentali non è dolorosa e non richiede preparazioni invasive
Esistono degli svantaggi delle faccette dentali?
Di sicuro è necessario, dopo l’applicazione, mantenere una buona igiene orale, ma non si tratta di uno svantaggio: è una buona pratica che andrebbe seguita in ogni caso.
Per quanto riguarda i costi, tale trattamento potrebbe risultare oneroso, in alcuni casi, ma il Centro Odontoiatrico Polimed mette a disposizione dei propri pazienti dei finanziamenti direttamente in sede: senza busta paga, zero interessi e zero costi di istruttoria.
Come coprire un dente nero
Le faccette dentali possono essere una soluzione efficace per coprire un dente nero e migliorare il tuo sorriso. Tuttavia, è importante considerare che questo è un procedimento che richiede una preparazione accurata e l’assistenza di un professionista odontoiatra esperto.

Faccette dentali: prima e dopo
Ma come cambia il sorriso dopo l’applicazione delle faccette dentali?
Nel video, la testimonianza di una nostra paziente entusiasta del risultato:
Come ci racconta lei stessa, la nostra paziente non era soddisfatta del proprio sorriso: il colorito scuro e la forma irregolare non le permettevano di sorridere con serenità.
Dopo il trattamento delle faccette dentali, il suo sorriso è luminoso e regolare: “Sono molto soddisfatta: ora sorrido spontaneamente e in maniera rilassata, non più trattenuta.
I risultati ottenuti con le faccette dentali estetiche possono essere davvero sorprendenti.
Ecco alcuni casi reali di prima e dopo dei nostri pazienti:



Le Faccette Dentali sono dolorose?
Come abbiamo accennato, le faccette estetiche sono un tipo di trattamento dentale non invasivo.
L’applicazione non provoca infatti alcun dolore e non richiede particolari accorgimenti prima del trattamento.
Le uniche controindicazioni che si possono avere riguardano delle abitudini di cui in ogni caso è meglio fare a meno.
È importante per esempio evitare di mangiarsi le unghie dopo l’applicazione e mantenere una sana igiene orale.
I pazienti affetti da bruxismo (il digrignare dei denti, specialmente di notte) possono essere accompagnati nel limitare questo fenomeno, ricorrendo ai consigli dei nostri dentisti specializzati.
L’applicazione, infine, è generalmente breve e non richiede molte sedute, anche se la durata può variare in base alla condizione di partenza del paziente.
Le faccette dentali consentono quindi di recuperare tutta la luminosità del proprio sorriso, senza dolore né controindicazioni.
Dubbi sulla scelta? Rivolgiti a uno specialista
L’applicazione delle faccette dentali estetiche dipende da diversi fattori. È consigliabile seguire un percorso personalizzato, guidato da odontoiatri specializzati in questa particolare branca di estetica dentale.
La scelta del trattamento ideale dipende infatti da:
- Situazione iniziale del paziente
- Regolarità del sorriso
- Colorito dei denti
- Quantità delle imperfezioni da correggere
I dentisti del Centro Odontoiatrico Polimed sono in grado di valutare ogni caso singolarmente, per consigliarti la soluzione migliore per un sorriso luminoso. Sapranno inoltre accompagnarti nel periodo post-trattamento, con indicazioni importanti su come preservare i risultati ottenuti.
Contattaci per Ritrovare il Sorriso Perfetto
Se hai bisogno di cure dentistiche all’avanguardia, affidati al Centro Odontoiatrico Polimed di Afragola . Centro di Eccellenza per le Faccette Dentali a Napoli : contattaci per una prima visita conoscitiva gratuita.
I costi dei trattamenti sono inoltre finanziabili a rate, a tasso zero e senza costi aggiuntivi.
Chiama ora lo 0818522995 oppure compila il form

Podologia: Forza ed equilibrio ai tuoi piedi
Cosa è la Podologia
La podologia è l’arte sanitaria che valuta, cura e previene le patologie del piede.
I piedi sono degli strumenti indispensabili per la vita di tutti giorni. Grazie a loro ci teniamo in equilibrio, camminiamo, balliamo. Ma pochi sanno che sono altrettanto delicati e necessitano di cure specifiche e di molte attenzioni.
Le prestazioni offerte più frequentemente riguardano:
- il trattamento delle unghie incarnite
- la rieducazione ungueale
- la ricostruzione totale o parziale delle unghie
- il trattamento delle verruche e delle micosi ungueale
- il trattamento di calli e di ipercheratosi plantari
- la prevenzione e cura del piede diabetico, doloroso e artrosico

Podologo per la cura del Piede Diabetico
Il Podologo, grazie alla sua specifica preparazione, è in grado di trattare e prevenire le patologie associate al piede diabetico. Il diabete è una malattia sistemica che colpisce molti organi del corpo e coloro che ne sono affetti devono adottare tutta una serie di accorgimenti e precauzioni.
E’ necessario innanzitutto sottoporsi ad una visita podologia almeno due volte l’anno, ciò al fine di ritardare o evitare la comparsa delle complicazioni del diabete e condurre una vita normale.
Consiglio del Podologo
Il paziente diabetico dovrebbe sempre prestare attenzione ai piccoli accorgimenti che sono fondamentali per prendersi cura dei propri piedi ed evitare così di incorrere in patologie più complesse e dolorose:
- lavare e ispezionare ogni giorno i piedi
- asciugarli bene ma delicatamente, eventualmente con un phon ad aria fredda
- non usare fonti di calore dirette (borse d’acqua calda, calorifero, camino, etc)
- idratare il piede, se secco, con creme specifiche
- usare calze che non stringano e cambiarle ogni giorno
- non usare callifughi o strumenti taglienti per le callosità
- evitare di camminare a piedi scalzi
Contattaci per dubbi o domande

Cosa è l’ Addominoplastica
L’addominoplastica consiste in un intervento di rimozione del tessuto adiposo in eccesso e delle pieghe cutanee nella parte centrale e bassa dell’addome al fine di tendere la parete addominale
.La dieta e l’esercizio fisico, da soli, non possono produrre questo risultato perché questa situazione è spesso accompagnata da allontanamento dei muscoli addominali fra loro ed indebolimento della parete addominale.

Degenza Intervento Addominoplastica
L’addominoplastica non è un intervento diretto alla riduzione del peso. È stato invece ideato per rimuovere quanto più possibile l’eccesso di cute e di tessuto adiposo e per ricostruire la parete muscolare.
Le smagliature, quando possibile, potranno essere rimosse con l’eccesso di cute che viene asportato. In ogni caso, le smagliature sulla cute rimanente dell’addome non possono essere eliminate.
L’addominoplastica è considerato un intervento maggiore e generalmente è eseguito in sala operatoria in regime di ricovero. La degenza è generalmente di 1 giorno. Questo tipo di intervento si esegue in anestesia spinale/epidurale o generale. L’intervento richiede, per essere completato, circa 3 ore.
Generalmente per tale operazione sono necessarie due incisioni: una nella porzione più bassa dell’addome, proprio al di sopra della linea dei peli del pube che si prolunga lateralmente, piuttosto lunga; l’ altra è circolare intorno all’ombelico, in quanto molto frequentemente l’operazione richiede una risistemazione dell’ombelico in una posizione più alta e più naturale.
La cute ed il tessuto adiposo sottocutaneo sono sollevati dai piani sottostanti; se è necessario in questa fase viene riparata la parete addominale mediante l’accostamento dei muscoli retti. Quindi i tessuti superficiali vengono stirati verso il basso e in dentro, e l’eccesso viene asportato.
A volte due piccoli tubi di drenaggio morbidi vengono inseriti nella ferita al fine di raccogliere il sangue ed il siero che eventualmente potrebbero accumularsi. Tali drenaggi vengono rimossi senza dolore al momento della prima medicazione. Le incisioni chirurgiche sono suturate con materiali di sutura riassorbibili e non è necessaria la rimozione dei punti.
Al termine viene applicata una medicazione compressiva con guaina che poi dovrà essere indossata permanentemente per 4 settimane.
Se hai dubbi o domanda contattaci

Mappatura dei nei: come si fa, chi dovrebbe farla e perché è importante
La dermatoscopia o epiluminescenza, la mappatura dei nei, è un esame indolore che consente di individuare e prevenire il melanoma e altri tumori della pelle.
Tutte le persone, dalla pubertà in poi, dovrebbero effettuare la mappatura dei nei.
Secondo gli ultimi dati, infatti, in Italia sono stati registrati il 7% di casi di melanoma in più, il più pericoloso tumore della pelle.
Allo stesso tempo, secondo l’Associazione Italiana Registri Tumori, sono aumentate anche le possibilità di sopravvivenza a cinque anni: l’87% in totale e oltre il 90% tra gli under 45.
Questo grazie soprattutto alla diagnosi precoce, cioè all’individuazione della malattia nelle sue prime fasi di sviluppo. La mappatura dei nei è proprio l’esame che ti aiuta a monitorare costantemente la salute della pelle e prevenire melanoma e altre forme di cancro della pelle.
Scopriamo allora nel dettaglio di cosa si tratta, perché è importante farla e come prenotare la tua prossima mappatura dei nei.
Cos’è la mappatura dei nei?
L’esame della mappatura dei nei ha diversi nomi: può essere infatti chiamato dermatoscopia, dermoscopia o ancora epiluminescenza. La sostanza, però, non cambia.
Si tratta infatti di un procedimento diagnostico indolore e non invasivo con cui un medico dermatologo controlla le cosiddette lesioni pigmentate della pelle, tra cui:
- Nei
- Cheratosi (chiazza ruvida e squamosa sulla pelle)
- Epiteliomi (tumori degli epiteli)
- Macchie sospette
Questo tipo di visita dermatologica aiuta a prevenire e trattare efficacemente il melanoma e altri tumori della pelle, benigni o maligni. Le lesioni pigmentate vengono infatti seguite nel tempo, come vedremo, per valutare la presenza di cambiamenti sospetti.
A cosa serve fare la mappatura dei nei?
È fondamentale effettuare la mappatura dei nei:
- Almeno ogni due o tre anni se non vengono rilevate particolari situazioni di rischio
- Almeno una volta all’anno quando vengono individuati nei o altre lesioni a rischio
Questo perché, come abbiamo accennato, la dermatoscopia aiuta a individuare il cancro della pelle. In particolare il melanoma, la forma più pericolosa di tumore dell’epidermide, che può diffondersi rapidamente in diverse parti del corpo se non viene trattato adeguatamente.
Se invece questo tipo di malattie vengono individuate per tempo, le possibilità di successo nel trattamento risultano molto più elevate.
Vuoi prenotare la tua mappatura dei nei?
Nel mese di maggio Polimed lancia la prevenzione del melanoma: chiama ora lo 0818522995 per saperne di più.
Chi deve fare la mappatura dei nei?
Tutti dovrebbero effettuare la mappatura dei nei, almeno ogni due o tre anni se non si è in presenza di particolari fattori di rischio.
L’esame è particolarmente consigliato a chi presenta:
- Un numero elevato di nei sulla pelle;
- Dei nei che appaiono particolarmente grandi, di forma irregolare o che abbiano un colore diverso rispetto agli altri;
- Dei nei che abbiano cambiato forma, colore o dimensione nel corso del tempo;
- Un numero elevato di nei sulla schiena, area più difficile da monitorare e che quindi dovrebbe essere controllata da un medico specializzato con maggiore attenzione;
- Familiarità con il melanoma (parenti stretti che hanno avuto o hanno questa malattia);
- Una carnagione particolarmente chiara e lentigginosa e abbia subito scottature.
A quale età si fa la mappatura dei nei?
L’epiluminescenza è consigliata a partire dalla pubertà: in questo momento della crescita, si assiste infatti a un rapido aumento del rischio di sviluppare una malattia della pelle, rispetto all’infanzia.
Ai bambini in età pediatrica, invece, non è necessario effettuare la mappatura dei nei. Questo perché è naturale vedere aumentare il numero di lesioni pigmentate della pelle: alla nascita, infatti, i nei sono estremamente rari e in ogni caso sono pochissimi anche quando si presentano.
È normale dunque che nel corso del suo sviluppo, il bambino veda aumentare il numero dei nei.
Come si effettua la mappatura dei nei?
La mappatura dei nei viene effettuata da un medico dermatologo specializzato.
La visita è molto semplice, indolore e non invasiva. Il paziente viene fatto spogliare (a meno di casi di lesioni pigmentate in aree intime, viene lasciata la biancheria intima).
Il paziente si stende poi sul lettino e il dermatologo effettua un esame di tutti i nei presenti sulla pelle, utilizzando uno strumento chiamato dermatoscopio, prima da un lato e poi da un altro.
Lo strumento ottico, collegato a una telecamera, serve per analizzare le formazioni cutanee presenti tra l’epidermide e il derma, cioè lo strato più esterno e quello sottostante della pelle. Con il dermatoscopio, il medico specialista è in grado di analizzare profondamente la struttura morfologica dei nei e delle altre lesioni, per valutarne diversi aspetti come il colore, la grandezza, la forma e così via.
Attraverso strumenti digitali, le immagini delle lesioni pigmentate vengono immagazzinate e archiviate, in modo da poterne studiare l’evoluzione nel tempo, per valutare eventuali modifiche delle loro caratteristiche.
Esame ABCDE Nei
Nello specifico, vengono valutati i cambiamenti nei cosiddetti ABCDE:
- A sta per Asimmetria: il neo non ha una forma simmetrica (le sue due metà non corrispondono).
- B sta per Bordi: la lesione è cioè irregolare e frastagliata sui bordi.
- C sta per Colore: compaiono diverse sfumature di colore nello stesso neo o la tonalità è diversa rispetto a quella di tutti gli altri nei.
- D sta per Dimensioni: si controlla se sono molto grandi.
- E sta per Evoluzione: quando il neo cambia molto rapidamente (nel giro di 6-8 mesi) per uno degli aspetti valutati in precedenza (forma, dimensione o colore) oppure quando sanguina.

Ma quanto dura una mappatura dei nei? La risposta dipende dal numero di lesioni pigmentate presenti sul corpo del paziente: in linea di massima l’esame può essere concluso nell’arco di circa 30 minuti.
La visita dermatologica è imbarazzante?
C’è chi evita la visita dermatologica e la mappatura dei nei a causa dell’imbarazzo che potrebbe derivarne. Come abbiamo accennato, però, questo tipo di visita contribuisce a salvare la vita dei pazienti potenzialmente affetti da melanoma, quindi l’imbarazzo temporaneo non dovrebbe ostacolare il processo diagnostico.
Durante la visita dermatologica, a parte determinati casi, il paziente può continuare a indossare i propri capi di biancheria intima.
Il personale medico Polimed è inoltre sempre rispettoso delle persone, mettendole il più possibile a proprio agio.
Può capitare, in determinati casi, che i nei da controllare siano presenti anche in punti intimi, come vicino a un capezzolo o sul pube. In questi casi è importante rimuovere anche la biancheria, ma l’esame è veloce e completamente indolore.
Dove fare la mappatura dei nei? Contattaci
Il centro di medicina polispecialistica Polimed di Afragola (Napoli) è un centro di eccellenza scelto da numerosi pazienti in tutta la Campania, grazie all’eccellente preparazione dei propri medici specializzati e l’elevata sofisticazione dei propri strumenti diagnostici.
Per prenotare la tua visita dermatologica per la mappatura dei nei chiama ora il numero 0818522995.
Non rimandare l’appuntamento con la tua salute!