![](https://www.centropolimed.it/wp-content/uploads/2024/05/Test-di-Schirmer.jpg)
Il Test di Schirmer: Uno Strumento Essenziale nella Diagnosi delle Malattie Oculari
Il Test di Schirmer per la diagnosi dell’occhio secco: tutte le info di cui hai bisogno per la procedura eseguita presso il centro Polimed di Afragola (Napoli)
In ambito oftalmologico, il Test di Schirmer rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale per la valutazione della produzione lacrimale e soprattutto per individuare condizioni come l’occhio secco, problematica che colpisce fino al 30% della popolazione over 50.
Il test prende il nome dall’ideatore, il medico tedesco Otto Schirmer, che lo sviluppò nel 1903, ma resta ancora oggi ampiamente impiegato.
Oggi esploreremo la metodologia, l’applicazione clinica e l’importanza del Test di Schirmer nel contesto di una più approfondita visita oculistica.
![](https://www.centropolimed.it/wp-content/uploads/2022/10/Prostata-Polimed.jpg)
Prostata: stile di vita e prevenzione
In Italia il tumore alla prostata è la patologia oncologica più frequente tra i soggetti di sesso maschilee rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età.
Meningite, cos’è ?
La meningite è una grave malattia dovuta all’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello.
L’infiammazione di tali membrane si ripercuote sul cervello portando a gravi sintomi neurologici che possono portare alla morte oppure a postumi gravi come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia.
![meningite](https://www.centropolimed.it/wp-content/uploads/2022/08/meningite.jpeg)
Cause Meningite
La meningite può essere provocata sia da batteri sia da virus, funghi o altre agenti.
Quella più temibile è quella batterica dovuta principalmente a tre germi: emofilo tipo B, pneumococco, meningococco.
Le forme di meningite dovute a virus sono generalmente a decorso benigno. La gravità della meningite batterica è più elevata in età pediatrica.
La meningite o infiammazione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale è causata da microrganismi.
Tale infiammazione può essere provocata da microrganismi di tipo commensale, cioè naturalmente presenti nell’organismo umano e quindi non patogeni, ma diventa virulenta se la resistenza dell’organismo diminuisce, ad esempio in seguito a un raffreddore, morbillo o varicella.
Anche un processo infettivo localizzato in altra sede può evolvere in una meningite, come una infiammazione dell’orecchio medio o del naso che si diffonde alle meningi.
Sintomi Meningite
I sintomi principali della meningite sono febbre, nausea, vomito, sonnolenza, cefalea e irrigidimento della parte posteriore del collo. Tipici segni collaterali sono anche la diminuzione dello stato di coscienza, con senso di torpore, battito cardiaco rallentato ed episodi convulsivi.
La meningite di origine infettiva si trasmette da persona a persona per via aerea attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali emesse con la tosse, gli starnuti o mentre si parla a distanza ravvicinata In caso di sospetta meningite, rivolgersi in modo tempestivo al proprio medico facilita la corretta diagnosi e consente di anticipare la cura. L’indagine più importante ai fini della diagnosi è l’analisi del liquido cerebro-spinale, prelevato attraverso una puntura lombare, con analisi citochimica, molecolare e colturale. Questo esame permette di verificare la presenza di un’infezione, quindi identificare e caratterizzare il patogeno coinvolto nell’eziologia della meningite.
Allergie primaverili: cause, rimedi e prevenzione da non trascurare.
Le allergie primaverili colpiscono fino al 20% della popolazione, con i seguenti sintomi:
- naso che cola e congestione nasale
- prurito agli occhi e/o occhi che lacrimano
- starnuti
- tosse
- prurito al naso, sul palato o in gola
- gonfiore, occhiaie bluastre
- diminuzione del senso del gusto o dell’odorato
- febbre
Le allergie possono comparire a qualsiasi età, ma in genere iniziano nell’infanzia o durante l’adolescenza.
L’allergia è una reazione immunitaria verso una sostanza esterna.
n molti casi i sintomi migliorano con il passare degli anni e fino alla metà dei pazienti notano qualche miglioramento (ma solo nel 10-20% dei soggetti colpiti si assiste a una completa scomparsa dei sintomi).
Ad oggi non esiste una cura efficace nella totalità dei casi per risolvere definitivamente il problema, ma disponiamo di molti modi per gestire efficacemente il disturbo.
Come capire a cosa si è allergici?
È possibile capire a cosa si è allergici attraverso il Prick Test, in quanto permette la diagnosi delle allergie alimentari e respiratorie.
Il prick test viene effettuato posizionando una goccia di un estratto allergenico sulla cute del paziente. La cute della zona scelta per l’esecuzione del test è abitualmente la faccia volare degli avambracci.
Successivamente l’allergologo va a “pizzicare” la cute sottostante la goccia allergenica con una lancetta sterile. È necessario usare una lancetta sterile differente per ciascun allergene, per evitare la contaminazione tra estratti diversi.
In questo modo, molecole allergeniche riescono a penetrare gli strati superficiali della cute.
Quest’ultima, successivamente, si asciuga facendo attenzione che le gocce di allergene non vadano a sovrapporsi o contaminarsi l’una con le altre.
Dopo circa 15-20 minuti di attesa, la cute viene esaminata, per valutare eventuali reazioni positive ad uno o più allergeni, che si presentano come pomfi tondeggianti e rilevati, del diametro di alcuni millimetri, pruriginosi e contornati da eritema.
I pomfi appaiono in tutto e per tutto analoghi a “punture di zanzara”.
È possibile effettuare il prick testa ad ogni età ed è importante non assumere anti-istaminici per bocca (o in iniezione) da almeno 5-7 giorni. Tutte le altre terapie invece non interferiscono con l’effettuazione del test.
Come prevenire le Allergie
Non esiste alcun modo efficace per evitare la malattia. Prima dell’inizio della stagione, il paziente dovrebbe rivolgersi all’allergologo, per impostare il programma preventivo o terapeutico più appropriato.
Si può, infatti, cercare di limitare la manifestazione dei sintomi, evitando le cause che scatenano le reazioni allergiche e adottando alcune misure per ridurre l’esposizione agli antigeni allergizzanti.
Ecco qualche esempio:
Già diverse settimane prima dell’arrivo della primavera è necessario cercare di ripulire al meglio la casa. Va eliminata quanta più polvere possibile, si lavano le tende, i tappeti, le lenzuola e le coperte. Questi dovranno rimanere puliti il più possibile anche nella stagione delle allergie.
Se si hanno animali domestici anche questi dovranno essere lavati circa una volta a settimana. Bisogna fare attenzione anche alle muffe che attecchiscono in luoghi bui e umidi. Sostituite i filtri del condizionatore in casa.
La prevenzione fuori casa è la più difficile ma anche la più importante. Anche in questo caso ci sono delle regole da tenere a mente. Innanzitutto bisogna dedicarsi ad attività all’ aperto solo quando cala la concentrazione di pollini ,se i vostri animali domestici trascorrono molto tempo all’ aria aperta potrebbero avere dei pollini nel pelo quindi conviene lavarli spesso. Il bucato è meglio stenderlo in casa se è possibile.
Ora non ti resta che fissare il tuo appuntamento !
Torna a respirare, goditi la primavera!
Contattaci per info o domande
Come affrontare il caldo
Come affrontare l’afa e le alte temperature estive?
Il rischio è quello di essere colpiti da un colpo di calore e di disidratarsi. E allora vogliamo darvi qualche consiglio …
1) Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata. Evitare di uscire nelle ore più calde cioè dalle ore 11.00 alle 18.00. Se si esce nelle ore più calde non dimenticare di proteggere il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole; inoltre proteggere la pelle dalle scottature con creme solari protettive.
2) Indossare un abbigliamento adeguato e leggero. Sia in casa che all’aperto, indossare abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente di fibre naturali per far assorbire meglio il sudore e permettere la traspirazione della cute.
3) Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro. Schermare le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende etc. Aprire le finestre durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte).
Se si utilizza l’aria condizionata, ricordarsi che questo efficace strumento va utilizzato adottando alcune precauzioni per evitare conseguenze sulla salute e eccessivi consumi energetici. Si raccomanda di utilizzarla preferibilmente nelle giornate con condizioni climatiche a rischio; di regolare la temperatura tra i 25°C – 27°C; di coprirsi nel passaggio da un ambiente caldo ad uno più freddo; di provvedere alla loro manutenzione e alla pulizia regolare dei filtri; di evitare l’uso contemporaneo di elettrodomestici che producono calore e consumo di energia.
4) Ridurre la temperatura corporea. Fare bagni e docce con acqua tiepida, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca. In casi di temperature molto elevate porre un panno bagnato sulla nuca.
5) Ridurre il livello di attività fisica. Nelle ore più calde della giornata evitare di praticare all’aperto attività fisica intensa o lavori pesanti.
6) Bere con regolarità ed alimentarsi in maniera corretta. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno (salvo diversa indicazione del medico curante). Gli anziani devono bere anche se non ne sentono il bisogno. Evitare di bere alcolici e limitare l’assunzione di bevande gassate o troppo fredde. Mangiare preferibilmente cibi leggeri e con alto contenuto di acqua (frutta e verdura).
7) Adottare alcune precauzioni se si esce in macchina. Se si entra in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprire gli sportelli, poi iniziare il viaggio a finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione. Prestare attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza, verificare che non siano surriscaldati. Quando si parcheggia la macchina non lasciare mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell’abitacolo.
8) Conservare correttamente i farmaci. Leggere attentamente le modalità di conservazione riportate sulle confezioni dei farmaci e conservare tutti i farmaci nella loro confezione, lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta. Conservare in frigorifero i farmaci per i quali è prevista una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°C.
9) Quando arriva il gran caldo, le persone anziane, con patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, diabete ecc)e le persone che assumono farmaci, devono osservare le seguenti precauzioni: consultare il medico per un eventuale aggiustamento della terapia o della frequenza dei controlli clinici e di laboratorio (ad esempio per i diabetici è consigliabile aumentare la frequenza dei controlli glicemici); segnalare al medico qualsiasi malessere, anche lieve, che sopraggiunga durante la terapia farmacologica; non sospendere mai di propria iniziativa la terapia in corso.
10) Sorvegliare e prendersi cura delle persone a rischio. Nei periodi prolungati di caldo intenso, prestare attenzione a familiari o vicini di casa anziani, specialmente se vivono da soli e, ove possibile, aiutarli a svolgere alcune piccole faccende, come fare la spesa, ritirare i farmaci in farmacia etc. Segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento, come persone che vivono in situazioni di grave indigenza o di pericolo per la salute.
Per maggiori informazioni contattarci telefonicamente al numero 0818522995
Ictus celebrale , sintomi e prevenzione
L’ictus cerebrale è conseguenza della mancata irrorazione di una zona del cervello da parte di un’arteria, per la rottura dell’arteria stessa (ictus emorragico) o per la sua occlusione da parte di un trombo (ictus trombotico).
Ictus cerebrale: la morte dei neuroni
I neuroni, privati del necessario apporto di ossigeno trasportato dal sangue, muoiono entro pochi minuti; conseguentemente tutte le parti del corpo che sono sotto il controllo di questi neuroni cessano di funzionare. Il cervello è infatti un organo definito nobile, che soffre cioè molto rapidamente, e in modo sensibile, di un ridotto apporto di sangue.
![Ictus celebrale](https://www.centropolimed.it/wp-content/uploads/2022/04/prevenzione-ictus-centropolimed-1024x498-1.jpg)
L’ictus cerebrale è conseguenza della mancata irrorazione di una zona del cervello da parte di un’arteria, per la rottura dell’arteria stessa (ictus emorragico) o per la sua occlusione da parte di un trombo (ictus trombotico).
Ictus cerebrale: la morte dei neuroni
I neuroni, privati del necessario apporto di ossigeno trasportato dal sangue, muoiono entro pochi minuti; conseguentemente tutte le parti del corpo che sono sotto il controllo di questi neuroni cessano di funzionare. Il cervello è infatti un organo definito nobile, che soffre cioè molto rapidamente, e in modo sensibile, di un ridotto apporto di sangue.
Ictus cerebrale e prevenzione
Nel caso dell’ictus cerebrale la prevenzione è obbligatoria perché la cura è impossibile: il tessuto cerebrale non ha, a differenza di altri tessuti, la capacità di rigenerarsi, cioè di riparare un’eventuale lesione sostituendo i neuroni morti con altri neuroni. Per questo è molto importante identificare in tempo problemi al cuore che possono provocare danni molto difficilmente recuperabili alle cellule cerebrali. L’ictus cerebrale trombotico può essere causato da un’embolia cerebrale o da una trombosi cerebrale.
- Embolia cerebrale. L’embolia cerebrale è dovuta alla migrazione di piccolissimi coaguli che, formatisi generalmente nel cuore o nelle arterie carotidi, prendono la strada delle grandi arterie e si fermano in un’arteria cerebrale ostruendo il passaggio del Sangue e dell’ossigeno. La causa più frequente di embolia cerebrale è la fibrillazione atriale.
- Trombosi cerebrale. La Trombosi cerebrale è sicuramente il tipo più frequente di Ictus Essa è dovuta alla formazione di un trombo su un’arteria cerebrale lesa da placche arteriosclerotiche (escrescenze che si formano sulle pareti delle arterie, a causa di un eccesso di grassi nel sangue, del fumo di sigaretta o della pressione sanguigna troppo elevata) e si verifica prevalentemente di notte o nelle prime ore del mattino.
Fattori di rischio dell’ictus cerebrale
Le persone più soggette a rischio di ictus cerebrale sono coloro che hanno già avuto TIA (Attacchi Ischemici Transitori) o altre malattie di tipo ischemico alle arterie; quelle che soffrono di diabete, ipertensione arteriosa o presentano un eccesso di colesterolo nel sangue; coloro che hanno avuto un familiare colpito da ictus in un’età relativamente giovane (meno di 60 anni).
Altri importanti fattori di rischio sono il fumo di sigaretta, l’obesità, la sedentarietà e lo stress. Ultimamente è stato accertato che livelli troppo elevati di omocisteina (un amminoacido che può provocare, se presente in eccesso, irritazione alle pareti delle arterie) nel sangue aumentano i rischi di avere un ictus cerebrale.
![ictus cerebrale](https://www.centropolimed.it/wp-content/uploads/2022/04/ictus_celebrale-1024x768-1.jpg)
Segnali precoci di ictus: i campanelli d’allarme
- Fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale è un’alterazione del battito cardiacoper cui gli arti cardiaci pompano il sangue nei ventricoli con forza insufficiente e a intervalli irregolari; questo provoca una stasi del sangue a livello degli atri del cuore e ne favorisce la coagulazione. Il paziente può avvertire una sensazione di cardiopalmo e, tastandosi il polso, nota un’assoluta irregolarità dei battiti. La complicanza più grave della fibrillazione atriale è l’embolia arteriosa al cervello.
- Attacchi ischemici transitori (TIA). Gli attacchi ischemici transitori sono un deficit temporaneo di una funzione cerebrale(perdita della parola, diminuzione della forza di un arto), dovuto generalmente all’ostruzione transitoria di un’arteria cerebrale da parte di piccoli emboli o trombi provenienti da placche aterosclerotiche delle arterie del collo che portano il sangue al cervello. I sintomi durano pochi minuti, anche se, occasionalmente, possono durare alcune ore (non più di 24 ore) e regrediscono completamente, a differenza di quanto avviene per l’ictus cerebrale. Essi sono però molto simili a quelli tipici dell’ictus:
- debolezza e/o difficoltà di movimento di un arto o di un lato del corpo;
- offuscamento o perdita della vista da un occhio;
- problemi di linguaggio, come pronuncia difettosa (disartria) o difficoltà a trovare le parole giuste (afasia);
- più raramente vertigini o vista sdoppiata (diplopia).
Gli attacchi ischemici transitori sono degli importanti segni premonitori, utili per predire il rischio di ictus cerebrale in ciascun paziente. Infatti il rischio di ictus per una persona che abbia avuto almeno un TIA è circa dieci volte superiore a quello di un’altra persona con le stesse caratteristiche che non abbia mai sofferto di TIA.
Relazione tra chirurgia vascolare e ictus
Il chirurgo vascolare può correggere un importante fattore di rischio per l’ictus cerebrale: la stenosi delle carotidi, ossia un restringimento dovuto alla presenza di placche aterosclerotiche sulle pareti delle carotidi.
La stenosi delle carotidi si rileva grazie all’ecodoppler dei tronchi sovraortici, un esame che non richiede iniezioni o dolore: passando una sonda sul collo del paziente si osserva il flusso nelle arterie carotidi e si cercano eventuali indurimenti o restringimenti delle arterie.
Ictus cerebrale: le terapie
Per impostare una cura adeguata è fondamentale stabilire, grazie alla TAC (Tomografia Assiale Compiuterizzata) e alla RMN (Risonanza Magnetica), se si tratta di un ictus ischemico (come nella maggior parte dei casi) oppure emorragico.
Per esempio, se l’ictus è di natura ischemica, cioè dovuto a trombosi o embolia, si può somministrare al paziente una sostanza in grado di sciogliere il coagulo (trombolisi); somministrare la stessa sostanza nel caso di un ictus di natura emorragica significa peggiorare l’emorragia. In alcuni casi, invece, è meglio tenere il paziente sotto osservazione, in attesa che l’evoluzione dei sintomi orienti ad una diagnosi più certa e indichi se può essere impostata una terapia mirata, anticoagulante o antiaggregante.
CHIAMA SUBITO PER UN CONSULTO